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mercoledì 13 agosto 2025

MICHEL FOUCAULT, IL CORAGGIO DELLA LIBERTA'

Un pensatore scomodo ma fondamentale per la comprensione della nostra società e dei suoi meccanismi di potere e di controllo.

PT



Michel Foucault è stato un influente filosofo, sociologo e storico francese, nato a Poitiers il 15 ottobre 1926 e morto a Parigi il 25 giugno 1984. È considerato una delle figure chiave dello strutturalismo e del post-strutturalismo del XX secolo. Le sue riflessioni sono ancora oggi oggetto di studio e sembrano aver anticipato problemi attuali nella politica e nella società.

I concetti fondamentali del pensiero di Foucault includono:

  • Contributo allo Strutturalismo e Post-strutturalismo: Foucault è spesso annoverato nella corrente dello strutturalismo, ma per certi versi può essere considerato già un post-strutturalista, avendo portato le idee strutturaliste alle estreme conseguenze. Sebbene lo strutturalismo classico rifiutasse l'approccio storico per concentrarsi sul presente, Foucault contravviene parzialmente a questa regola, utilizzando la storia con un approccio particolare
  • Metodo Archeologico: La sua ricerca filosofica e sociale, iniziata soprattutto all'inizio degli anni '60, applica un metodo che lui stesso definisce "archeologico". Questo metodo non mira a tracciare la storia lineare di fenomeni come la follia o il potere, ma a risalire alle origini delle strutture che dominano il presente. L'obiettivo è capire come queste strutture si siano imposte e ci abbiano permeato, non il loro sviluppo storico. Tra le sue prime opere importanti con questo approccio figura Storia della follia nell'età classica, pubblicata nel 1961, dove studia la marginalizzazione dei folli. Questo approccio archeologico, che lui stesso descrive come un tentativo di comprendere come si siano originate certe strutture, lo contraddistingue in tutta la sua ricerca.
  • Epistemi: Nel suo capolavoro Le parole e le cose, pubblicato nel 1966, Foucault si propone di analizzare tutta la civiltà occidentale individuando gli epistemi, o "griglie epistemiche". Questi sono delle infrastrutture mentali o strutture del pensiero che caratterizzano un'epoca storica, determinando i modi di concepire il mondo e la realtà. Foucault ne individua tre che si succedono: quella rinascimentale (dall'inizio del Rinascimento fino a Cartesio), quella classica (da Cartesio fino alla fine del Settecento) e quella moderna (dalla fine del Settecento ai giorni nostri).
  • La "Nascita" e la "Morte" dell' Uomo nella Modernità: Per Foucault, l'episteme moderna segna la nascita dell'uomo come oggetto di studio attraverso le scienze umane (come psicanalisi, linguistica, antropologia, sociologia). L'uomo non è più solo soggetto che conosce, ma anche oggetto di studio. Tuttavia, questa nascita è paradossale: mentre l'uomo pensa di potersi conoscere e dominare, si accorge di essere in realtà condizionato da strutture interne (come l'inconscio, secondo Freud) o esterne (come il linguaggio) che ne annullano la capacità di pieno dominio. L'uomo diventa "oggetto fondato" piuttosto che "soggetto fondante", vittima di strutture che lo trascendono. La linguistica, ad esempio, ha mostrato che è il linguaggio che in un certo senso "possiede" noi, limitando ciò che possiamo esprimere e come possiamo pensare. Questo porta a un dubbio radicale sulle pretese dell'uomo di conoscere e dominare il mondo, scoprendosi invece dominato da qualcosa che lo trascende.
  • Microfisica del Potere: Foucault si discosta dall'analisi marxista del potere, che lo vedeva come una sovrastruttura legata all'economia e detenuto macroscopicamente dalle classi sociali. Per Foucault, invece, il potere è la vera struttura della società; l'economia stessa è un effetto del potere. Il potere è diffuso e microscopico, non è posseduto da una classe o da un individuo, ma circola e si esercita attraverso una rete di relazioni. Tutti esercitano e subiscono forme di potere in modi e misure diverse. Il potere è ovunque: nelle relazioni lavorative, familiari, sessuali, scolastiche, negli ospedali psichiatrici. Opere come Sorvegliare e punire (1975) e Microfisica del potere (1977) analizzano questa concezione del potere, mostrando come esso non sia solo coercitivo, ma anche produttivo, plasmando i comportamenti umani, come nel caso del Panopticon di Jeremy Bentham. Di conseguenza, la lotta contro il potere diventa molto più complessa di quanto Marx pensasse, poiché la resistenza al potere è anch'essa ovunque.
  • Sapere è Potere: Il sapere non è mai neutrale o apolitico, ma è sempre politico. Ogni disciplina e ogni forma di sapere tende a stabilire delle norme, definendo cosa è vero, giusto, sano o normale, e cosa non lo è. Facendo ciò, il sapere isola e marginalizza gli individui che non rientrano in queste norme (ad esempio, l'omosessualità storicamente considerata una malattia dalla psicologia). Questo mostra l'inscindibilità tra sapere e potere. Le discipline di studio, stabilendo cosa è "sano" o "normale", possono marginalizzare e discriminare, influenzando leggi e pratiche sociali.
  • Storia della Sessualità e l'Ipotesi Repressiva: Foucault analizza la sessualità come una forma di potere e controllo. Contrariamente all'idea di una progressiva liberazione sessuale, egli sostiene che il sesso è stato solo formalmente interdetto e poi "liberato", ma in realtà è stato incoraggiato e controllato per imporre una volontà sui corpi e sulla vita affettiva. L'opera La volontà di sapere (1976), parte della sua Storia della sessualità, introduce l'ipotesi repressiva: l'idea che una forma di potere operi apparentemente reprimendo, ma in realtà sollecitando pratiche sessuali definite patologiche o "anormali". Anche le attuali "etichette" sessuali, pur sembrando liberatorie, possono essere percepite come nuove forme di controllo che ci impongono di definirci per poter essere controllati dal potere.
  • Biopolitica: Nelle sue ultime opere, Foucault introduce il termine "biopolitica" per indicare una forma di potere che si esercita sulla vita stessa, cercando di controllare la popolazione e i singoli attraverso scienze come la demografia, la statistica, la biologia, la criminologia e la sociologia. Tradizionalmente, il potere si esercitava sulla morte (il potere di uccidere o lasciare vivere); la biopolitica, invece, è un potere che "fa vivere e lascia morire", il cui scopo non è uccidere, ma mantenere in vita e gestire i corpi e le popolazioni. Foucault la intendeva come una caratteristica pervasiva delle situazioni ordinarie, non solo di emergenza, manifestandosi nel controllo dei corpi in aspetti quotidiani e nelle relazioni interpersonali. Questo concetto è diventato di grande attualità negli ultimi anni, ad esempio nelle discussioni sulla pandemia e la gestione dei corpi.
  • Parresia (Il Coraggio della Verità): Negli ultimi anni della sua ricerca, Foucault sviluppa il concetto di parresia, tradotto come il coraggio della verità. Non si tratta solo di "dire la verità", ma della pratica del "parlare vero", che implica la franchezza e l'impegno di chi parla, spesso a rischio personale. Questo "dire vero" è una qualità della pratica stessa, un ethos. Si contrappone all'adulazione e all'inganno. Foucault esplora la parresia socratica e cinica, dove la vita stessa diventa il terreno di manifestazione della verità, uno scandalo per l'ordine costituito che richiede un coraggio immenso. Per i cinici, la vita è la verità stessa quando è vissuta come una pratica di verità, rifiutando convenzioni e ipocrisie. Il suo ultimo corso al Collège de France nel 1984, intitolato Il coraggio della verità, approfondisce questo concetto, vedendo la critica della politica come istituzione e il passaggio alla parresia etica o filosofica come un atto politico in sé.