Da un vidoe che presenta una discussione con Alessandro Barbero, Emanuele Rocchetti, Francesca Fanelli e Pietro Sorace sulla reale esistenza di Gesù e sugli eventi della sua vita narrati nei Vangeli.
- Storicità di Gesù:
È difficile conoscere molto dei sudditi comuni dell'Impero
Romano di 2000 anni fa, anche sui potenti si sa molto ma non tutto. Tuttavia,
per una persona come Gesù, un suddito che viveva in una provincia lontana,
avere 4-5 testimonianze sulla sua vita e morte scritte entro qualche decennio
dai fatti accaduti rende difficile pensare che non sia realmente esistito. Non
ci sono altri sudditi dell'Impero Romano su cui si abbiano così tante
informazioni. Sebbene non si possa essere sicuri di ogni singolo dettaglio della
vita e morte di Gesù finché non emergeranno nuove prove (come lapidi che
attestino l'esistenza di figure come Ponzio Pilato, che comunque è confermata
da altre fonti) Alessandro Barbero ritiene che sia indiscutibile che Gesù sia
esistito e abbia fatto in gran parte ciò che viene raccontato.
- Le Fonti:
Le fonti principali sulla vita di Gesù sono i Vangeli
canonici (Matteo, Luca, Marco e Giovanni), scritti tra il 60 e il 90 d.C., e i
Vangeli apocrifi, scritti successivamente e dall'origine più incerta.
Una prima difficoltà nell'usare i Vangeli come fonti
storiche è che i loro autori non agivano da storici che confrontano fonti e
sollevano dubbi, ma raccontavano i ricordi dei discepoli che per anni erano
passati di bocca in bocca, arricchendosi.
Attestazioni non cristiane della storicità di Gesù sono
scarse, ma significative. Le più importanti includono:
◦ Publio Cornelio Tacito (negli Annales, ca. 120 d.C.):
Commentando l'incendio di Roma del 64 d.C., menziona che Nerone accusò i
Cristiani, il cui nome derivava da Cristo, condannato al supplizio sotto
l'imperatore Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato).
◦ Gaio Svetonio (biografo degli imperatori, ca. 120 d.C.):
Nel capitolo dedicato a Claudio, scrive che l'imperatore espulse da Roma i
Giudei che, per istigazione di "Cristo", erano causa continua di
disordini.
◦ Plinio il Giovane (governatore della Bitinia): In una
lettera all'imperatore Traiano (II secolo d.C.), chiede procedure corrette nei
confronti dei Cristiani, che non andavano perseguitati d'ufficio ma puniti se
denunciati e se non rinnegavano la fede. Questa testimonianza storica
suggerisce che il Cristianesimo non avesse un fondamento giuridico come reato,
ma i Cristiani erano comunque tenuti d'occhio.
◦ Flavio Giuseppe (storico giudeo, Antichità Giudaiche, ca.
93-94 d.C.): Il passaggio noto come Testimonium Flavianum (libro XVIII)
descrive Gesù come uomo sapiente, autore di azioni straordinarie, maestro, il
Cristo, crocifisso da Pilato su denuncia dei capi giudei, apparso risorto il
terzo giorno.
La testimonianza di Flavio Giuseppe è la più completa ma
anche la più controversa. Essendo Giuseppe uno storico giudeo non convertito al
Cristianesimo, le sue affermazioni su Gesù sono sembrate "di parte".
La scoperta di un codice siriaco nel 1971 suggerisce che il testo originale di
Giuseppe fosse più ridotto e che interventi di scribi cristiani nel corso dei
secoli abbiano aggiunto passi per far dire a Giuseppe che Gesù "era il
Cristo".
- Il Movimento di Gesù:
Gesù Cristo è descritto come un predicatore.
Era sicuramente qualcuno che voleva introdurre una riforma
della religione ebraica e che si opponeva ai poteri costituiti del mondo
ebraico dell'epoca (scribi, farisei, sadducei).
Il suo movimento è caratterizzato come non violento, il che
lo distingueva da altri movimenti ebraici dell'epoca, alcuni dei quali armati.
Nel contesto dell'occupazione romana, le autorità giudaiche
(collaborazioniste) temevano Gesù perché metteva a rischio l'ordine e la
tranquillità del popolo.
Gesù era visto come un pericolo non solo dal Sinedrio, ma
anche da una parte dello stesso popolo ebraico che poteva reagire violentemente
contro chi sovvertiva le regole.
La sua posizione era complessa: contro le élite ebraiche
"ellenizzate" (sadducei, secolarizzati) ma anche contro i fanatici
dell'interpretazione letterale della legge (come gli zeloti).
- I Vangeli Canonici vs. Apocrifi:
Molti Vangeli furono scartati dalla selezione per il Nuovo
Testamento perché proponevano un'immagine "troppo giudaica" o una
visione agnostica/spirituale di Gesù che divergevano dall'ortodossia cristiana.
Il Vangelo di Tommaso, ad esempio, restituisce un'immagine
spirituale e mistica di Gesù, non parlando della sua morte e resurrezione ma
riportando solo le sue parole.
La selezione dei quattro Vangeli canonici fu una scelta
teologica, in cui la Chiesa riconobbe i testi che trasmettevano il "vero
insegnamento di Cristo", pur sapendo che contenevano contraddizioni.
Per gli storici, anche i racconti contraddittori e ciò che
la gente credeva di Cristo sono interessanti per ricostruire il mondo di
quell'epoca.
- Gli Ultimi Giorni di Gesù:
Secondo i Vangeli, un evento che spinge il Sinedrio contro
Gesù è la risurrezione di Lazzaro (narrata solo nel Vangelo di Giovanni). Negli
altri Vangeli, l'ira del Sinedrio è motivata dal fatto che Gesù, con tutto
quello che fa, allarma i custodi della tradizione.
L'ingresso a Gerusalemme a dorso d'asino, accolto come
messia, segna l'inizio dei suoi ultimi giorni.
A Gerusalemme, Gesù si dedica alla predicazione e
all'insegnamento nel Tempio, contestando la gestione del culto e l'autorità
religiosa.
Un gesto clamoroso è la cacciata dei mercanti dal Tempio,
definita "una rivolta" o "rivoluzione" che provoca
preoccupazione nel Sinedrio non tanto per il gesto in sé (citato anche
nell'Antico Testamento), ma perché Gesù si assumeva un'autorità che non gli era
riconosciuta. Questo è ciò che lo rendeva "fuorilegge". L'aggressione
al Tempio può essere interpretata in modi stratificati, ma di sicuro colpiva
pratiche religiose tradizionalissime (vendita di animali per sacrifici, cambio
di denaro).
L'Ultima Cena (giovedì 14 Nisan) è segnata dall'istituzione
dell'eucaristia e dal tradimento di Giuda Iscariota.
- La Figura di Giuda:
La necessità di Giuda per identificare Gesù ai Romani per un
compenso di "trenta denari" (considerato un compenso ridicolo,
l'equivalente di circa 30 euro) appare storicamente poco plausibile. I soldati
del Tempio non avrebbero avuto bisogno di un bacio per riconoscere chi dovevano
arrestare.
La figura di Giuda traditore potrebbe essere servita ai
Cristiani per diverse ragioni.
Nel Vangelo di Giuda, Giuda è visto come l'apostolo più
vicino, consapevole del suo tragico destino, che doveva tradire Gesù perché ciò
era necessario per il compimento del disegno divino di redenzione.
Secondo un'altra interpretazione (supportata da Papa
Benedetto XVI, Borges, de Quincey), l'identificazione di Giuda come
"volgare traditore" è un'operazione "politica" o teologica.
Se il suo atto era necessario per il piano divino, non può essere solo un
traditore.
Giuda era anche un nome pesante nella cultura ebraica, quasi
sinonimo di nazionalità ebraica, il che potrebbe aver giocato un ruolo nella
sua rappresentazione.
- Processo e Condanna:
Gesù viene interrogato prima dal sommo sacerdote Anna, poi
da Caifa.
Il Sinedrio lo dichiara reo di bestemmia, imputazione che
prevede la condanna a morte.
Tuttavia, il Sinedrio non poteva eseguire la condanna; solo
l'autorità romana poteva farlo.
Gesù viene portato davanti al procuratore romano Ponzio
Pilato.
Pilato non è inizialmente propenso ad accogliere le
richieste del Sinedrio, ma un'accusa che non può ignorare è l'autoproclamazione
di Gesù a "Re dei Giudei".
Essere "Re dei Giudei" per i non-cittadini romani
era un reato di lesa maestà che comportava la morte per crocifissione.
Pilato non rileva colpe in Gesù, ma i membri del Sinedrio
insistono, dicendo che se non lo condanna, "non sei amico di Cesare".
Pilato tenta di liberare Gesù offrendo alla folla la scelta
tra lui e Barabba (un ladrone responsabile di omicidio e sedizione), ma la
folla sceglie Barabba.
La storia di Pilato che "si lava le mani" e
demanda la decisione al popolo è stata considerata verosimilmente inverosimile
da storici del diritto, poiché le norme romane non prevedevano che si
ascoltassero le voci del popolo. Pilato rappresenta comunque l'Impero Romano
che cerca di andare d'accordo con le élite e le popolazioni locali.
L'iscrizione INRI sulla croce ("Gesù Nazareno Re dei
Giudei") fu una scelta di Pilato che, involontariamente, riportava il
motivo della condanna non come presunzione, ma come fatto.
- Morte e Risurrezione:
Gesù viene crocifisso e muore circa tre ore dopo.
Viene sepolto da Giuseppe d'Arimatea (membro del Sinedrio)
con Nicodemo.
I Vangeli narrano che la tomba fu trovata vuota la domenica
mattina.
Romani e avversari dei Cristiani credevano che i suoi amici
avessero trafugato il corpo per far circolare la voce della resurrezione.
Secondo i Vangeli, Gesù sarebbe realmente risorto e apparso
ai discepoli.
- Significato Storico:
La vicenda di Gesù e la nascita del movimento cristiano
rappresentano una delle grandi svolte della storia umana.
Ha portato al superamento del politeismo che aveva dominato
per millenni, favorendo l'affermazione delle grandi religioni monoteiste
(Cristianesimo, Ebraismo, Islam) che credono in un unico Dio.
Questo cambiamento radicale proviene dal Medio Oriente, una
regione che ha fornito all'umanità innovazioni fondamentali (agricoltura,
allevamento, città, monoteismo).
Questi popoli hanno avuto una "forza" che ha
cambiato la storia del mondo più di una volta.
In sintesi, la fonte suggerisce che, sebbene i dettagli
della vita di Gesù siano difficili da verificare storicamente a causa della
natura religiosa delle fonti principali (i Vangeli) e delle incertezze sulle
testimonianze non cristiane (come quella di Flavio Giuseppe), l'esistenza di
Gesù come figura storica che ha suscitato un movimento religioso e politico e
che è stato crocifisso sotto Ponzio Pilato è ampiamente supportata dalle fonti
disponibili per l'epoca. La sua vicenda ha avuto un impatto fondamentale sulla
storia umana, portando all'affermarsi del monoteismo.
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MAURO PESCE
Le metodologie storiche e
interpretative impiegate per comprendere la figura di Gesù da Mauro Pesce,
storico del cristianesimo e biblista, possono essere così sintetizzate:
Studio dei Testi Originali e Fonti Antiche: L'approccio di
Pesce si basa sullo studio quarantennale dei testi del Nuovo Testamento e di altri
testi greci e latini.
Consapevolezza della parzialità della ricerca storica: Pesce
riconosce che la ricerca storica, pur impegnandosi nel desiderio di essere
obiettiva, non produce obiettività assoluta. La visione dello storico è sempre
parziale.
Valorizzazione dell'"Ipotesi Illuminante": nonostante la
parzialità, anche una visione parziale o un'ipotesi dello storico può essere
illuminante.
Importanza dei Luoghi Geografici: Ripercorrere i luoghi dove
Gesù ha vissuto e agito (Galilea, Samaria, Palestina) è considerato essenziale
per la ricerca storica. Pesce stesso ha vissuto a Gerusalemme e ha visitato il
deserto di Giuda.
Analisi Contestuale (Ebraicità di Gesù): L'esperienza
diretta dei luoghi e la percezione di una continuità con certi ambienti
religiosi ebraici hanno portato Pesce a comprendere e sentire l'ebraicità di
Gesù.
Analisi di Esperienze Religiose Chiave: Per mostrare la
"straordinaria dimensione religiosa in Gesù", Pesce analizza
esperienze specifiche come il battesimo, le tentazioni nel deserto e la
trasfigurazione. Egli attribuisce un significato storico all'esperienza delle
tentazioni nel deserto, considerandola un'esperienza radicale di Gesù.
Interpretazione delle Narrazioni della Risurrezione: Pesce
non mette in dubbio la "felicità" (veridicità nel senso di resoconto
di ciò che è stato visto) dei racconti di risurrezione. Osserva che le
differenze tra i racconti non sono segno di contraddizioni o falsificazioni, ma
piuttosto che sono stati tramandati in modo genuino, con ciascuno che ha raccontato
ciò che ha visto a modo suo, senza artifici.
Integrazione della Dimensione Religiosa e Sociale: Pesce
interpreta Gesù come totalmente concentrato su Dio e contemporaneamente sui
bisogni degli uomini, senza opposizione. Critica le interpretazioni che lo
presentano solo "sociale" o solo "religioso", perché per
lui Gesù sa tenere insieme l'amore di Dio e l'amore del mondo.
Consapevolezza della Complessità della Figura di Gesù: Pesce
riconosce che la figura di Gesù è complessa e deve essere lasciata "sempre
superiore ai propri schemi interpretativi". Questo implica un'umiltà
metodologica di fronte alla grandezza del soggetto.
Importanza di Comprendere la Tradizione Oltre il Testo
Sacro: Pur studiando i testi, Pesce sottolinea la necessità di conoscere anche
come questi testi sono stati vissuti e interpretati diversamente nel corso
della tradizione.
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