domenica 7 marzo 2021

IN MEMORIA DI LEONE E NATALIA GINZBURG


 







Il 5 marzo 1944 Leone GINZBURG muore a Roma nel carcere di Regina Coeli a causa delle torture subite ad opera dei nazisti, che inutilmente avevano tentato di farlo parlare. Era stato arrestato l'anno prima in via Basento, nella tipografia clandestina di "Italia Libera", dove oggi c'è questa lapide: «Un agguato poliziesco/nella tipografia/de "l’Italia Libera"/strappava alla lotta clandestina/Leone Ginzburg/italiano/per passioni di risorgimento/europeo/di pensiero e d’ideali/era nato ad Odessa il IV.IV.MCMIX/morì a Regina Coeli/vittima del terrore nazista/il V.II.MCMXLIV/viva la sua memoria/nel cuore di chi spera e/combatte/per una giusta libertà».
Leone Ginzburg era nato nel 1909 a Odessa da una famiglia ebrea ucraina, poi trasferitasi a Torino. Giovanissimo docente di letteratura russa, nel 1934 fu estromesso dall'Università per essersi rifiutato di prestare giuramento di fedeltà al regime. Antifascista di "Giustizia e libertà", fu in carcere dal 1934 al 1936. Nel 1938 sposò la ventiduenne Natalia Levi [la futura scrittrice Natalia Ginzburg- vedi l'immagine]. Fu tra i fondatori della Casa Editrice Einaudi. Nel 1938, per le leggi razziali, fu privato della cittadinanza italiana; perciò dal 1940 al 1943 fu costretto al confino in un paese dell'Abruzzo, con la moglie e i figli, come "internato civile di guerra". Nel 1943 fu impegnato nella Resistenza clandestina a Roma, fino al suo arresto e alla sua morte a Regina Coeli.
Qualche mese dopo la sua morte, la moglie Natalia (rimasta sola con tre figli piccoli) scrisse in sua memoria questa poesia (pubblicata nel dicembre 1944 nella rivista "Mercurio").
Gli uomini vanno e vengono
per le strade della citta'
Comprano libri e giornali,
muovono a imprese diverse.
Hanno roseo il viso,
le labbra vivide e piene.
Sollevasti il lenzuolo
per guardare il suo viso,
ti chinasti a baciarlo
con un gesto consueto.
Ma era l'ultima volta.
Era il viso consueto,
solo un poco piu' stanco.
E il vestito era quello di sempre.
E le scarpe erano quelle di sempre.
E le mani erano quelle che
spezzavano il pane e
versavano il vino.
Oggi ancora nel tempo
che passa sollevi il lenzuolo
a guardare il suo viso
per l'ultima volta.
Se cammini per strada
nessuno ti è accanto
Se hai paura
nessuno ti prende per mano
E non è tua la strada,
non è tua la città.
Non è tua la città
illuminata. La città
illuminata è degli altri,
degli uomini che vanno
e vengono comprando
cibi e giornali.
Puoi affacciarti un poco
alla quieta finestra
a guardare il silenzio,
il giardino nel buio.
Allora quando piangevi
c'era la sua voce serena.
Allora quando ridevi
c'era il suo riso sommesso.
Ma il cancello che a sera
s'apriva, restera' chiuso
per sempre, e deserta
è la tua giovinezza.
Spento il fuoco,
vuota la casa.

sabato 6 marzo 2021

(S)PARLARE NEL WEB - LA PROPAGAZIONE DELL'ODIO ONLIFE

una lezione di 30 minuti su pregiudizi e razzismi on line e su come contrastarli.



Stefano Pasta è un pedagogista, persona straordinaria per competenza e impegno (lo posso testimoniare di persona!). 



Fiore Manzo, che presenta, è un giovane Rom cosentino, educatore e infaticabile animatore culturale.

Grazie ad entrambi


clicca qui per vedere la lezione: https://fb.watch/43qXRKTzmy/

mercoledì 3 marzo 2021

ANDREA CAMILLERI: TOPIOPÍ

 

È in arrivo la primavera... e nella mia mente è subito partita questa associazione di idee: fiori di pesco uova di cioccolato uova pulcino ... STOP!! un pigolio nella mia testa mi ha subito bloccato: “ Topiopì!”.
Per questo oggi parlerò di un libro che ha per protagonista proprio un pulcino🐣!
Da un lontano ricordo d’infanzia, Camilleri rievoca una storia d’amicizia con un pulcino zoppo durante un’estate in cui, ragazzino, si trovava in vacanza in campagna dai nonni.
È un racconto semplice e delicato che rievoca una quotidianità contadina fatta di convivenza con gli animali da cortile e il loro accudimento. Un ricordo di tempi lontani che si trasforma in una tenera favola.
Lo consiglio perché
- è un Camilleri ‘insolito’, (già basterebbe dire che è di Camilleri);
- per le bellissime illustrazioni di Giulia Orecchia (mi piacciono tanto tanto!!)
- è un racconto lungo per genitori in cerca di una bella storia da leggere ai propri figli
- ma anche un romanzo breve per bambini che amano la lettura e gli animali... i pulcini, ma non solo 🐥 🥰
- ma soprattutto perché insegna che la magia delle favole si nasconde anche nella vita di tutti i giorni! #andreacamilleri #giuliaorecchia #libriperragazzi #libriperbambini
Potrebbe essere un'immagine raffigurante libro e il seguente testo "Dal grande Maestro, un dolcissimo ricordo d'infanzia Andrea Camilleri Topiopì contemporap MONDADORI"


MARGUERITE DURAS

 

Il 3 marzo 1996 è morta a Parigi, a 82 anni, Marguerite DURAS, autrice di romanzi, racconti, opere di teatro e di cinema.
Qualche cenno sulla sua vita, nonostante abbia scritto: "L'histoire de ma vie n'existe pas. Il n'y a jamais de centre. Pas de chemin, pas de ligne. Il y a de vastes endroits où l'on fait croire qu'il y avait quelqu'un, ce n'est pas vrai il n'y avait personne" (da L'Amant).
E’ nata a Saigon, allora colonia francese, e ha passato lì la sua infanzia. In Francia ha partecipato alla Resistenza con il marito Robert Antelme. Arrestati, lei riuscì a fuggire, mentre lui fu deportato a Buchenwald e Dachau (Antelme nel 1947 scrisse "L'espèce humaine" sull'esperienza del lager, e su questo tema nel 1958 Duras "La douleur") . Dal 1946 al 1956 fu compagna di Dionys Mascolo, da cui ebbe un figlio. Dal 1980 alla morte visse con Yann Andréa, omosessuale, di 38 anni più giovane di lei [vedi immagine]. Nel 1968 partecipò ai movimenti di contestazione. Suo è il motto: “Sous le pavé, la plage” (Sotto il selciato, la spiaggia). Passò gli ultimi anni chiusa in casa con Yann Andréa e morì per un tumore alla gola.
Fra le sue tante opere ricordo: “Una diga sul Pacifico” (1950), “Moderato cantabile” (1958), “Distruggere, lei disse” (1969), “Storie d’amore estremo” (1981), “L’amante” (1984, di taglio autobiografico), “La vita materiale” (1987).

GRETA E MALALA - DUE RAGAZZE SPECIALI























Greta Thunberg e Malala Yousafazai si sono incontrate il 25 febbraio 2020 a Oxford, dove la giovane Nobel per la pace si è laureata in filosofia, politica ed economia, a 22 anni.

Due ragazze speciali accomunate dall’impegno inflessibile e dal dono della lungimiranza: il sentire e incarnare temi e problemi che altri percepiscono appena.

La battaglia di Malala per il diritto all’istruzione delle bambine e ragazze di ogni parte del mondo e la cocciuta mobilitazione di Greta per la salvaguardia del pianeta. Mostra meno


LA TERRA DEGLI UOMINI INTEGRI - VITA DI THOMAS SANKARA

 





















da Soumaila Diawara


Alto Volta, 1961.

Per il suo compleanno il piccolo Thomas Sankara riceve una bicicletta rossa, scintillante come i carboni ardenti. Raggiante, la prova subito, ma un gruppo di ragazzini bianchi lo aggredisce e tenta di portargliela via. La sua reazione mostra da subito la sua tempra e quanto, fin da giovanissimo, siano radicati in lui gli ideali di uguaglianza e libertà.Inizia così la storia, in chiave romanzata, della vita del carismatico Presidente del Burkina Faso, che, a soli 37 anni, venne assassinato per le sue idee antimperialiste e anticolonialiste. Celebre per il discorso che tenne nel 1984 all’ONU, Sankara fu un fervente pacifista, che si batté in prima persona per i diritti degli ultimi e delle donne del suo Paese. Uomo di rara cultura, era diretto, detestava la diplomazia e rinunciò a tutti i privilegi personali che il suo incarico poteva offrirgli. In soli quattro anni fece costruire centinaia di scuole, strade, ospedali e riuscì nell’impresa di garantire due pasti e un litro di acqua al giorno a ciascuno dei burkinabè. La definì: la Rivoluzione della felicità. 

“Avremo avuto successo solo se, guardando intorno a noi, potremo dire che la nostra gente è un po’ più felice.”

Il giorno del primo anniversario della sua Rivoluzione, Sankara cambiò il nome alla sua Nazione, retaggio della spartizione europea dell’Africa: la chiamò Burkina Faso, che in lingua locale significa La terra degli uomini integri.

lunedì 1 marzo 2021

L' ARIA IN BRIANZA - CON UN INTERVENTO STRAORDINARIO DEL DOTTOR BAI SU DIOSSINA A SEVESO, PEDEMONTANA E ASFALTI BRIANZA!

La videoconferenza fa parte di "Progetto futuro", una serie di incontri organizzati da Labmonza, MonzAttiva, Città Persone e Associazione Minerva di Concorezzo. Non perdete interventi di straordinaria importanza su Asfalti Brianza. Introduzione alla vicenda AB di Francesco Facciuto (dal minuto 7,50 al 18,50). Dati,normative e valutazioni sulla vicenda AB proposte dal Dottor Bai, insigne esperto della materia (dal minuto 19,2 fino al 42,00; e poi da 1 h e 6 minuti fino alla fine). Sono emerse le solite verità. Sia dal punto di vista delle emissioni odorigene che da quelle nocive (e cancerogene) siamo stati esposti vergognosamente per 7 anni a livelli totalmente illegali e sicuramente pericolosi senza che il Sindaco (responsabile della salute e padrone di qualsiasi intervento dei confronti di un'azienda insalubre di 1^ classe) intervenisse.ATS che a sua volta solo dopo 7 anni ha prodotto della documentazione! Una vergogna!

 

Addio a Francesco Rigamonti, spirito di libertà. Fu deportato dai nazisti e tenuto in prigionia per due anni

 








NoiBrugherio - 20 Febbraio 2021


Ci ha lasciato all’età di 97 anni Francesco Rigamonti, cittadino brugherese abitante a San Damiano, che come militare, durante la Seconda Guerra mondiale, è stato catturato dai tedeschi in Albania dopo l’8 settembre 1943, avendo rifiutato di collaborare con i nazifascisti. Dopo un allucinante viaggio di 40 giorni in vagone bestiame attraverso vari paesi (Jugoslavia, Romania, Ungheria, Austria, Germania), viene internato nel campo di concentramento 605 nel territorio di Dortmund. Ha modo di conoscere diversi prigionieri (russi, polacchi, francesi). Francesco Rigamonti è sottoposto al durissimo lavoro coatto in una miniera di carbone. “Negli stenti e nella sofferenza, la mia capacità di resistenza non è mai diminuita, e nemmeno la speranza di tornare a casa”. Dopo 6 mesi di miniera, viene mandato come elettricista in una fabbrica di carpenteria, dove vengono apprezzate le sue capacità di operaio specializzato. Il nuovo lavoro è meno pesante e a fine settimana ha il permesso di uscire dal campo. Va ad aiutare i contadini delle fattorie vicine per guadagnare qualche carota e qualche patata in più. Francesco Rigamonti rimane prigioniero per quasi due anni. Negli ultimi mesi gli alleati effettuano pesanti bombardamenti su Dortmund. Il campo viene liberato nel marzo 1945 dagli americani. Francesco Rigamonti viene portato in Svizzera dalla Croce Rossa Internazionale. Successivamente giunge in treno a Milano. Grande festa al suo rientro, commozione e abbracci della famiglia e degli abitanti della Cascina Rossino di Ornago, suo luogo d’origine. Passa alcuni mesi di convalescenza e poi riprende la vita civile. Lavora per tanti anni alla “Ercole Marelli” di Sesto San Giovanni come avvolgitore elettrico. Presente a Brugherio dal 1963, si è sempre tenuto in disparte. 

L’Anpi l’ha incontrato casualmente al mercatino di San Damiano pochi anni fa, e parlando con lui ha conosciuto la sua storia. È sempre stato attorniato dal profondo affetto dei familiari, che dopo la sua scomparsa intendono proseguire nei valori di democrazia e libertà che Francesco Rigamonti ha praticato con grande coerenza e discrezione. L’Anpi di Brugherio lo ha insignito, da quando lo ha incontrato, della “Tessera ad Honorem”.

Anpi Brugherio