Questo testo è una sintesi tratta da una videolezione tenuta da Ermanno Ferretti (Scrip)
https://www.youtube.com/watch?v=H3FAprH3JlI
Il video è una introduzione al pensiero filosofico di Ernst Cassirer, un importante filosofo neokantiano del Novecento, che merita di essere riscoperto oggi.
Ecco una sintesi dei contenuti principali:
Cassirer visse tra il 1874 e il 1945 attraversando momenti storici cruciali come l'Impero tedesco, la Repubblica di Weimar e l'ascesa del nazismo che lo costrinse a emigrare negli Stati Uniti. Fu un ebreo tedesco e insegnò in varie università, compresa Yale.
Formatosi alla scuola di Marburgo, il suo pensiero è radicato nel neokantismo, una riscoperta critica di Kant che a fine Ottocento e inizio Novecento si opponeva sia all'idealismo che al positivismo. Per comprendere meglio questo contesto, è utile chiarire cosa rappresentavano queste due correnti in filosofia.
L'idealismo, sviluppatosi in particolare con filosofi come Hegel, sosteneva che la realtà ultima fosse di natura spirituale o mentale, e che il mondo fosse in qualche modo “costruito” o spiegato attraverso forme ideali della coscienza o dello spirito. Questa posizione tendeva a mettere l'accento sulla totalità e sull'unità del pensiero e della storia come espressione dello spirito assoluto.
Il positivismo, invece, sviluppato da pensatori come Auguste Comte, si basa sulla fiducia totale nella scienza empirica come unico metodo valido per ottenere conoscenza. Il positivismo riteneva che solo ciò che è verificabile attraverso l'esperienza sensibile e la validazione scientifica fosse reale e conoscibile, escludendo così riflessioni metafisiche o filosofiche non ancorate a fatti empirici. Pur così diverse queste due scuole di pensiero erano accomunate da una fiducia nella possibilità di una conoscenza assoluta della realtà.
Kant, a cui Cassirer si rifà, propone una filosofia critica che inaugura la riflessione sui limiti stessi della conoscenza umana. Per Kant, infatti, la mente non è un semplice ricettore passivo dei dati sensoriali, ma un soggetto attivo che struttura l'esperienza attraverso “forme a priori” della sensibilità (spazio e tempo) e categorie concettuali. La conoscenza non è dunque una semplice copia del mondo, ma il risultato dell'interazione tra le cose (i fenomeni) e le strutture innate della mente. Questo significa che non possiamo conoscere la realtà “in sé”, ma solo come appare attraverso le forme con cui la mente la organizza.
Il neokantismo di Cassirer parte da queste idee per rifiutare sia l'idealismo totalizzante sia il positivismo riduzionista. Cassirer amplia Kant portando la riflessione oltre l'ambito strettamente scientifico, sostenendo che l'essere umano non conosce il mondo solo attraverso categorie logico-matematiche, ma soprattutto attraverso forme simboliche che configurano il senso e il significato della realtà.
La sua opera principale è "Filosofia delle forme simboliche", in cui identifica cinque principali forme simboliche con cui l'uomo dà senso al mondo: linguaggio, mito, religione, arte e scienza. Queste forme sono non solo strumenti cognitivi, ma modi diversi di costruire e interpretare la realtà.
Cassirer sostiene che queste forme simboliche sono strutture mentali universali ma storicamente mutevoli: cambiano con la cultura e con il tempo. Non sono forme a priori fisse e immutabili come ipotizzava Kant, ma si evolvono e si trasformano adattandosi alle nuove esigenze culturali e conoscitive.
La funzione di queste forme è simile: dare ordine, significato, una "forma" al mondo per interpretarlo e viverlo. Ad esempio, il mito e la scienza sono modi diversi, ma strutturalmente equivalenti, di dare senso ai fenomeni. La scienza moderna è la forma simbolica più raffinata in quanto sviluppa metodi più rigorosi e condivisibili per interpretare la realtà.
Un aspetto molto interessante del pensiero di Cassirer riguarda il rapporto con i nuovi sviluppi della scienza del suo tempo, in particolare la rivoluzione scientifica rappresentata dalla teoria della relatività di Einstein e dalla fisica quantistica. Queste teorie avevano messo in discussione la fisica classica e la concezione meccanicistica del mondo, aprendo scenari di realtà molto meno intuitivi e più complessi. Cassirer apprezzò questi sviluppi perché confermavano il limite della nostra conoscenza oggettiva e sottolineavano la necessità di riflettere sui modi in cui le forme simboliche scientifiche (come il concetto di spazio-tempo in Einstein) plasmano la nostra comprensione della realtà. La scienza, dunque, è anch'essa un sistema simbolico in continua trasformazione, che adegua le sue forme simboliche alle nuove evidenze e teorie, senza mai ottenere una conoscenza definitiva o ultima.
Cassirer sottolinea che l'uomo è un "animale simbolico": prima di tutto crea e vive nei simboli, che plasmano il suo modo di vedere e di vivere il mondo. I simboli e le forme simboliche ci precedono, ci calano in un orizzonte culturale da cui non possiamo separarci, eppure possiamo modificarli e trasformarli attraverso la cultura e il progresso.
Il video fa esempi concreti come il mutare del linguaggio e della percezione sociale sull'omosessualità negli ultimi decenni per mostrare come le forme simboliche cambiano con la storia.
Cassirer si contrappose ad Heidegger in un famoso dibattito filosofico: Heidegger cercava la verità ultima al di là di ogni forma e simbolo, mentre Cassirer riteneva impossibile togliersi le "lenti" culturali e simboliche, difendendo invece la conoscenza come forma condivisa, limitata ma efficace. A quei tempi Heidegger in qualche modo prevalse. Ma oggi Cassirer va assolutamente rivalutato.
In sintesi, Cassirer ci invita a comprendere che la realtà che conosciamo è sempre una realtà filtrata e interpretata da strutture simboliche che mutano nel tempo e che sono il frutto di una lunga storia culturale e intellettuale. La sua filosofia continua a influenzare la riflessione contemporanea sulla scienza, il linguaggio, la cultura e la conoscenza umana, e risulta particolarmente attuale oggi, in un'epoca in cui la scienza non è più vista come una semplice descrizione oggettiva, ma come un complesso sistema simbolico in continua evoluzione.
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